Se hai un’azienda dove gestisci impianti e apparecchiature riguardo l’emissione dei gas artificiali (esattamente fluorurati), probabilmente ti starai chiedendo a cosa serve e che cos’è la certificazione F-gas.
Tale documentazione è obbligatoria e va trasmessa al Ministero dell’Ambiente, così come prevede la normativa DPR 43/2012 del Regolamento CE numero 517/2014.
L’utilità è quella di certificare la quantità di gas prodotta anno per anno, ai fini di ricerche di mercato e analisi per tutelare l’ambiente in cui viviamo.
L’utilità della certificazione F-gas
Dopo aver compreso a cosa serve la certificazione F-gas, possiamo aggiungere che tale documento è altrettanto utile per tener conto della quantità di gas ad effetto serra che viene utilizzata nelle attività di manutenzione e installazione di impianti fissi e apparecchiature con almeno tre chilogrammi (o di più), di gas fluorurati.
Nello specifico gli impianti coinvolti sono:
- Impianti d’aria climatizzata;
- Impianti e apparecchiature di refrigerazione (banchi frigo, celle frigorifere, abbattitori, vetrine refrigerate);
- Impianti fissi per la protezione in caso di incendi.
- Pompe di calore;
Chiarito questo concetto, è possibile spiegare a chi tocca compilare il documento da trasmettere al Ministero dell’Ambiente.
La compilazione della certificazione F-gas
Le certificazioni F-gas dell’installatore devono essere compilate scrupolosamente, al fine di commettere errori ed invalidare la trasmissione dei dati. Generalmente colui che si occupa della compilazione è l’operatore a cui è stato dato il compito di accertarsi che tutto funzioni adeguatamente.
Non sempre l’operatore è il proprietario dell’azienda in cui è presente l’impianto. Infatti l’impresa interessata potrebbe stabilire di delegare l’attività di certificazione F-gas ad un responsabile facente parte di una società esterna.
In questo caso andrà stilato un contratto dove saranno messe per iscritto non solo le clausole dettate dall’azienda proprietaria dell’impianto, ma anche i controlli di cui l’operatore dovrà occuparsi.
In linea generale sono:
- Apportare eventuali modifiche tecniche, stabilendo se il gas emesso è in linea o meno con la normativa sulla tutela ambientale.
- Controllare se a livello tecnico tutto funziona adeguatamente, procedendo ad una normale gestione ordinaria.
- Accedere all’impianto (previa autorizzazione scritta del proprietario dell’impianto), per consentire all’operatore i dovuti accertamenti.
Ipotizzando il caso in cui l’operatore che si occupa del controllo tecnico resti il proprietario dell’impianto, quest’ultimo è libero di delegare la sola compilazione della dichiarazione F-gas a qualsiasi altra società esterna, ricordandosi tali elementi:
- Compilare l’anagrafica dell’operatore, riportando i dati personali del proprietario.
- Nella sezione “Persona di riferimento”, andranno inseriti sulla scheda, tutti i dati della società o della persona incaricata alla compilazione del documento.
La dichiarazione F-gas dev’essere compilata obbligatoriamente annualmente
Tale regola vige anche qualora l’azienda durante l’anno non abbia apportato alcuna modifica o interventi sui macchinari o le apparecchiature d’emissione di gas fluorurati.
Nel momento in cui si procede all’elaborazione digitale del documento, dovrai tenere a portata di mano tali dati:
- Di identificazione: riportando le informazioni inerenti all’operatore o alla persona che monitora la sede d’installazione.
- Tipologia e numero di apparecchiature: occorre sottoscrivere ogni macchinario presente in azienda e per ogni sede di manutenzione o installazione.
- Codice ATECO (qualora ci sia).
- Ulteriori dettagli: carica circolante, tipologie di sostanze, quantità rimossa o aggiunta nell’anno della dichiarazione.
La pratica telematica, previa registrazione di un account aziendale al portale del Sistema Informativo Nazionale Ambientale, verrà trasmessa all’ISPRA attraverso il sito di Sinanet.