Cosa vuol dire innestare una pianta

  • Articolo scritto in collaborazione con il blog quandosipianta.it, con una ricca categoria dedicata agli innesti.

Innestare una pianta è un’arte antica che ha trovato grande successo tra i giardinieri di tutto il mondo. Ma cosa vuol dire esattamente innestare una pianta? In poche parole, si tratta di un processo che consiste nell’unire due piante diverse per creare una nuova pianta che abbia le migliori caratteristiche di entrambe.

Ma non è solo una questione di tecnica e di manualità. Innestare una pianta richiede anche molta pazienza, dedizione e passione per la natura. Bisogna conoscere le varie tecniche di innesto e sapere scegliere le piante giuste per ottenere il risultato desiderato.

Ma perché innestare una pianta? Ci sono molti motivi che spingono i giardinieri ad adottare questa tecnica. Innanzitutto, l’innesto permette di ottenere piante più resistenti alle malattie e alle condizioni climatiche avverse. Inoltre, l’innesto consente di ottenere piante più vigorose e produttive, in grado di dare frutti di qualità superiore.

Ma l’innesto è anche un modo per condividere la bellezza della natura con gli altri. Grazie all’innesto, infatti, è possibile creare piante uniche, che non si trovano in natura, e che possono diventare vere e proprie opere d’arte viventi.

Insomma, innestare una pianta è molto più di una semplice tecnica di giardinaggio. È un’arte che richiede passione, dedizione e creatività. E se sei un appassionato di giardinaggio, innestare una pianta potrebbe essere il modo perfetto per esprimere la tua creatività e creare piante davvero straordinarie.

Tecniche di innesto: come unire due piante diverse

La pratica dell’innesto può aprire infinite possibilità all’appassionato orticultore o semplicemente a chi vuole un patrimonio vegetale unico nel suo genere. Qualcosa di cui vantarsi con gli amici e i vicini, e perché no, con tutto il quartiere!

Il metodo più tradizionale consiste nell’unire parti di due diverse piante in modo che queste sviluppino rami comuni. Basta individuare le parti che presentano una superficie amba e tagliarle con decisione, quindi strofinare energicamente per stimolare la produzione di ormoni che favoriscano la cicatrizzazione dei tessuti.

Non è necessario che il taglio sia perfettamente quadrato, anzi, è preferibile un angolo vivo per aumentare la superficie di contatto. Fatto ciò, posizionare le parti con la corteccia a contatto e fissarle saldamente con lacci o fascette di plastica, avendo cura di mantenere i bastoncini che si formano ben stretti.

L’importante è che le piante abbiano ritmi vegetativi compatibili e caratteristiche anatomiche affini, così da facilitare la saldatura dei tessuti nonostante le differenze botaniche. Con le opportune precauzioni e un po’ di sperimentazione, è possibile unire in maniera stabile praticamente ogni genere di piante.

Una volta che le piante hanno emesso nuovi rami in comune, si può procedere al taglio delle parti originali. A questo punto, il gioco è fatto: avrai una pianta unica, ricca di caratteristiche complementari, pronta a stupire quanti la ammireranno.

I vantaggi dell’innesto: piante più resistenti e produttive

L’innesto vanta numerosi vantaggi per chi vuole una produzione vegetale di qualità superiore. In primis, la resistenza alle avversità: unendo porzioni di piante già collaudate e robuste, si ottengono piante estremamente vigorosi e capaci di sopravvivere senza problemi a condizioni climatiche difficili, come i parassiti e nello specifico degli afidi, animali difficili da estirpare.

Non solo, una pianta innestata sarà anche più produttiva, sia in termini di quantità che di qualità: si possono unire parti di piante selezionate per dimensioni, sapore, precocità o altre caratteristiche interessanti. Ad esempio, innestando un portinnesto vigoroso con un pomone selezionata per le sue qualità gustative, si otterranno frutti straordinari.

L’innesto permette inoltre di sfruttare al meglio lo spazio disponibile: si possono unire piante con esigenze diverse, adatte a diversi ambienti o periodi di crescita, per creare un insieme armonioso. Ad esempio, unendo un alberello di frutti di bosco a rampicanti o piante ornamentali, si crea una installazione vegetale unica, producente e piacevole alla vista.

Non da ultimo, l’innesto consente di migliorare le caratteristiche della pianta, correggendone eventuali difetti. Ad esempio, unendo parti di piante con fioriture prolungate o protandria, si può stimolare la pianta a produrre fiori per un periodo più lungo, donando più tempo per l’impollinazione e la fruttificazione.

In definitiva, l’innesto permette di ottenere piante superiori, sia per vitalità, resistenza, produttività che bellezza. Un metodo antico ma sempre attuale, utile ad arricchire il proprio giardino con esemplari unici.

Piante innestate: esempi di specie e varietà

L’innesto può essere applicato a praticamente ogni genere di pianta, dagli alberi da frutto alle piante ornamentali, dalle rose agli agrumi. Vediamo alcuni degli esempi più interessanti di specie e varietà che si prestano particolarmente bene all’innesto.

Gli alberi da frutto sono tra i candidati ideali: è possibile unire varietà selezionate di mele, pere, peri, peschi, nettari, albicocchi ecc. su portinnesti vigorosi e resistenti, per ottenere frutti straordinari. Le rose, per la bellezza e la varietà di colori, sono perfette per sperimentazioni capaci di sorprendere.

Gli agrumi, come aranci, limoni, mandarini e pompelmi, si prestano bene a combinazioni per portare frutti succosi e profumati. Tra le ornamentali, oltre alle rose, spiccano i crisantemi, le peonie, gli irises, ma anche numerose specie di alloro, cerri, olmi ecc.

Una combinazione insolita e sorprendente è quella fra il nocciolo, specie selvatica straordinariamente vigorosa, e le varietà coltivate di nocciole e noci. In questo modo si ottengono individui dotati della rusticità e rapidità di crescita del nocciolo, ma capaci di produrre frutti pregiati.

Altro abbinamento interessante è fra il pero selvatico, poco produttivo ma longevo e vigoroso, e le numerose varietà coltivate di pere. O ancora, il castagno e le varietà di castagne: si valorizza la resistenza del castagno, ottenendo però castagne gustose.

In definitiva, l’innesto consente di sperimentare combinazioni fra generi e specie assai diversi, sorprendendo con le più incredibili e golose simbiosi. Un mondo affascinante, quello degli innesti, capace di stupire e gratificare chi lo esplora con l’intelligenza, la curiosità e la fantasia di un vero appassionato.

Come innestare una pianta: attrezzature e materiali necessari

Per poter effettuare un innesto, bisogna munirsi di strumenti adeguati. Il kit basilare che puoi riporre in casette di legno da giardino comprende:

  • Un coltello da innesto affilatissimo, meglio se con lama flessibile in acciaio. La lama deve facilmente penetrare nel legno senza rompersi.
  • Un paio di cesoie, utili per potare le piante e separare le parti da innestare.
  • Una pinza per estrarre il portinnesto senza danneggiare le radici. La pinza deve afferrare saldamente senza graffiare.
  • Lacci o fascette di plastica per legare le parti unite durante la saldatura. La plastica è morbida e non danneggerà la pianta.
  • Tubetti o sacchi plastici per proteggere l’innesto dalle intemperie. Sono utili soprattutto negli innesti a spacco o a gemma.
  • Filo biodegradabile per legare rami o tutori. Deve scomparire all’attecchimento dell’innesto senza lasciare rifiuti.
  • Ampio cuscino o tavolo reclinabile per lavorare comodamente. L’innesto richiede precisione e rende scomode le posizioni fisse.
  • Guanti da lavoro, utili per proteggere le mani e mantenerle asciutte. Mani umide e scivolose saranno di impaccio all’operazione.

Oltre agli attrezzi, è necessario procurarsi il materiale vegetale: la pianta donatrice, il portinnesto compatibile e le eventuali marze per innesti per propagazione. Con l’ equipaggiamento appropriato e il materiale adatto, non resta che lasciarsi guidare dall’istinto e dalla pratica in questa affascinante pratica di giardinaggio.

Innesto a gemma: una tecnica semplice ma efficace

L’innesto a gemma è una tecnica semplice ma efficace, adatta sia ai principianti sia ai più esperti. Consiste nell’innestare porzioni di pianta, le gemme, che producono nuovi rami. È un metodo più delicato rispetto all’innesto grossolano a pezzetti di corteccia, ma in cambio garantisce un attecchimento migliore.

Le piante a cui si applica particolarmente bene questa tecnica sono gli alberi da frutto, quali peri, meli, peschi, albicocchi ecc. Si prelevano le gemme dai rami fertili della pianta donatrice e del portinnesto, utilizzando un coltellino affilato. Le gemme devono essere medie, sviluppate e ben lignificate, prelevate all’ascella di una foglia.

Dopo aver preparato le gemme, si adagia il portinnesto in posizione orizzontale su un tavolo e si applica delicatamente il ramo con le gemme, accostandolo il più possibile. Fissare saldamente con lacci di canapa o banda storica lasciando però il callo e le foglie.

Proteggere gli innesti con tubi di plastica trasparente o sacchetti di polietilene, per preservare dall’essiccamento e dalle intemperie. Il tubo o sacco va fissato ai rami con l’aiuto di lacci biodegradabili. La protezione deve permanere per almeno 2-3 settimane, finché non si noti la formazione di nuovi broccoli e rami.

In questa fase, è necessario mantenere il terreno umido per stimolare la cicatrizzazione. Appena i nuovi rami saranno lignificati, si potrà rimuovere la protezione. La pianta inizierà a produrre normalmente.

L’innesto a gemma consente di recuperare facilmente varietà antiche o piante con caratteristiche interessanti, permettendo una propagazione veloce ed efficace. Una tecnica davvero sorprendente, per gli appassionati di giardinaggio.

Innesto a corona: una tecnica più complessa ma con risultati sorprendenti

L’innesto a corona è una tecnica decisamente più complessa rispetto alle precedenti, ma in grado di sorprendere per i risultati. Consiste nell’innestare porzioni cilindriche di pianta, complete di corteccia, legno e midollo. È una tecnica più difficile ma consente di unire piante con differenze genetiche ancora maggiori.

Si esegue questo tipo di innesto soprattutto su alberi da frutto come peri, meli, peschi e alberi forestali come querce, cerri, olmi ecc. È necessario l’ausilio di un coltello affilatissimo, pinze e lacci di canapa. Si asportano porzioni cilindriche di legno dalle piante, lasciando la corteccia intatta.

Il portinnesto deve essere tagliato a livello del colletto, asportando porzioni di legno fino ad ottenere una cavità di forma cilindrica, leggermente più grande del cilindro ricavato dal ramo. Accostare con cura le superfici, legando saldamente con lacci di canapa.

La tecnica richiede molta precisione per consentire una saldatura ottimale dei tessuti. I tagli e la unione devono essere perfettamente combacianti per favorire l’attecchimento. Proteggere gli innesti come per la tecnica a gemma con tubi di plastica e lacci biodegradabili.

I vantaggi di questa tecnica sono molteplici. Innanzitutto, permette di sfruttare differenze genetiche ancora maggiori: si possono unire addirittura generi diversi come perni e melo cotogno. Inoltre, consente di propagare piante anche molto vigorose e legnose, che sarebbe impossibile innestare con altre tecniche.

Infine, le cicatrici rimangono molto ridotte, quasi impercettibili, ed esteticamente la pianta risulta molto naturale. L’innesto a corona è certamente la tecnica più complessa, ma anche la più affascinante e ricca di sorprese per chi ama sperimentare incroci botanici improbabili. Un mondo da esplorare per gli appassionati.

Consigli pratici per innestare con successo: dalla scelta delle piante alla cura post-innesto

Per realizzare innesti con successo, bisogna seguire alcuni semplici consigli. Innanzitutto, scegliere piante compatibili per caratteristiche vegetative ed esigenze colturali. La parte da innestare, il portinnesto, deve essere più vigorosa e resistente. Le piante devono essere giovani, in piena vegetazione e con sistema radicale sano.

È utile preparare le piante qualche giorno prima del taglio, potandole e irrigandole abbondantemente. In questo modo, i tessuti saranno ben lignificati e ricchi di sostanze di riserva, facilitando la saldatura. Il tempo ideale per gli innesti è quello primaverile, da marzo a maggio, quando le piante hanno ripreso la vegetazione.

Eseguite le operazioni di taglio e innesto con attrezzi affilati, procedendo con lentezza e precisione. Accostare perfettamente le superfici di taglio e legare saldamente le parti con lacci o fascette, in modo che restino in contatto. Proteggere immediatamente gli innesti con tubi o sacchi di plastica per preservare dai danni ambientali.

Mantenere il terreno umido durante tutto il periodo di cura post-innesto. L’acqua è fondamentale per favorire l’attecchimento. Innaffiare regolarmente, aumentando le quantità nelle giornate calde e ventose. I tubi di protezione vanno tenuti saldi fino a completa cicatrizzazione dei tessuti.

Una volta rimossa la protezione, si può procedere alla concimazione azotata per stimolare la ripresa vegetativa. Esaminare regolarmente gli innesti per verificare l’attecchimento. Le piante possono essere rimosse solo se le unioni risulteranno totalmente cicatrizzate.

Con le giuste precauzioni e una cura meticolosa, è possibile ottenere innesti che attecchiscano perfettamente. La pazienza è la chiave del successo in questa tecnica. Seguendo scrupolosamente i consigli, anche i principianti potranno realizzare sorprendenti innesti.

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