Davide Coltro, l’inventore del quadro elettronico

La vita di Davide Coltro

Davide Coltro nasce in Veneto, a Verona nel 1967 e ad oggi è conosciuto come il più grande protagonista italiano della Pittura Digitale. Vive e lavora a Milano e la sua passione, invenzione, voglia di sperimentare ha ridisegnato i parametri e la dimensione dell’arte, come solitamente viene riconosciuta. Per poter sviluppare le sue straordinarie opere impiega una forte attenzione nella ricerca dettagliata del colore e della luce, elementi essenziali per renderci conto che ogni cosa vive di spirito e materia, che per quanto diversi siano tra loro, non possono mai essere separati per poter raggiungere la perfezione. Sarà proprio questo pensiero che muoverà nel tempo la voglia di dar vita a due delle opere più importanti, diverse dalle solite perché si tratta di due serie di pittura digitale, prima Medium Color Landscapes e poi dei Misteri; solo successivamente arriverà alla fantastica creazione del System.

La passione per l’arte, per quanto sempre presente dentro lui, non è stata coltivata sin da piccolo, infatti fino alla fine degli anni Ottanta il suo lavoro si svolgeva all’interno di una semplice officina meccanica e prima di allora non aveva comunque praticato studi presso accademie artistiche o eventuali scuole d’arte.

Quegli anni però servirono per far comprendere a Davide della sua passione, così iniziò a progettare all’interno del garage della sua abitazione un piccolo laboratorio dove iniziò a sperimentare con l’informatica, materia allora poco conosciuta e considerata solo come materia aggiuntiva nelle più prestigiose università. Proprio in quel garage iniziarono a prendere vita strani e particolari disegni fosforescenti provenienti da tubi catodici appartenenti a vecchi televisori collegati a varie sorgenti di segnale. La passione cresceva sempre più e siccome la voglia di sperimentare era tanta, iniziò a dedicarsi anche ai suoni, infatti creò strumenti di misura di segnali audio che accendevano led rossi (a quei tempi sul mercato erano presenti solo di questo unico colore) a tempo di musica.

Trascorsi gli anni adolescenziali, la passione, voglia di creare, attenzione ai dettagli è cresciuta sempre di più così tanto da scoppiare al massimo e partire con la creazione del progetto sul Quadro Elettronico, conosciuto anche con il nome di System. Con l’arrivo dei trent’anni la vocazione per la pittura ha preso il sopravvento in lui.

Inizialmente si trattava di pittura astratta non su tela, ma su qualsiasi cosa fosse originale e diverso; plexiglass e pellicola trasparente sono stati i materiali più gettonati sin dall’inizio della sua carriera. Il percorso artistico non è stato per niente ortodosso, come afferma proprio l’artista in un’intervista; il percorso è stato autodeterminato dalla sua vita stessa; alla fotografia digitale (clicca qui per approfondire l’argomento), pittura elettronica e soprattutto al progetto System non ha mai potuto sottrarsi.

Le sue personali considerazioni inerenti all’arte, soprattutto facendo riferimento al progresso tecnologico, lo hanno spinto ad aprire importanti e numerosi dibattiti teorici, venendo così appoggiato da altri autori dell’epoca contemporanea. Ispirato dal termine inglese ON ha dati vita ad un gruppo nel quale vi appartengono artisti che usano tecnologia ed energia in differenti forme nella concezione, progettazione e realizzazione delle loro opere.

Il quadro elettronico

Nel 2011 alla 54° Biennale di Venezia Davide Coltro si presentò al mondo artistico presentando il quadro elettronico, più precisamente installò Res Publica I, proclamata poi regina del padiglione italiano. Si trattava di 96 quadri elettronici SERIE MD-SYSTEM19 installati e monitorati e aggiornati da remoto tramite un preciso sistema wirless; la pittura digitale era il fulcro dell’opera e occupava esattamente 400 X 700 centimetri di spazio.

Il System rivoluzionò i rapporti che intercorrevano tra il pittore, il mondo e le sue personali e inconfondibili opere. Tale progetto è stato realizzato ponendo in essere una nuova tecnica che fa uso di diversi schermi elettronici sui quali poi verranno trasmesse differenti icone digitali. La particolarità sta nel fatto che l’opera cambia, varia e in questo modo, chiunque la guardi riuscirà prima o poi a trovare la propria dimensione e legame con l’opera. Una larga attenzione è da riportare sulla differenza che intercorre tra il quadro elettronico e le video proiezioni.

Le prime possono essere sempre realizzate e da tutti; con un pc si uniscono immagini, si fanno scorrere e il tutto finisce lì. Nel secondo caso, la prima caratteristica immancabile è il legame che intercorre tra tecnica e idea, poi può essere visto come ”il pensiero di una superficie”, così definito dall’autore dell’opera. Sulle infinite dimensioni del luogo di proiezione possono prendere vita dimensioni, colori, idee e emozioni raccontate da icone pittoriche.

Queste potranno essere lette e viste dall’uomo tramite gli occhi, il cuore e la mente. Che sia un ciclo attorno ad un unico soggetto o storie con tematiche precise, le sequenze di di icone variano grazie a energia vera, un collegamento di reti, che poi è quello che usiamo attualmente per essere connessi virtualmente con il mondo che ci circonda. L’eterno presente è sempre raffigurato nelle icone che scorrono sequenzialmente, le quali hanno una propria identità e dignità.

In sintesi quindi il quadro elettronico può essere considerato come un’opera che ha una vita propria, che riesce tranquillamente a dialogare con l’osservatore, riuscendo a raccontagli esattamente ciò che l’osservatore desidera sentirsi dire in quel momento. In realtà, sarà l’autore a comunicare, perché da remoto utilizzerà la connessione per modificare colori, immagini, dimensioni e posizione degli elementi che compongono il quadro in quel momento. Il tempo e il cambiamento saranno proprio gli elementi fondamentali che daranno essenza al quadro. L’Aspetto personale dell’autore sarà sempre presente, ma sotto forme differenti.

Le sue opere

Attualmente le sue opere sono presenti in famose e importanti collezioni pubbliche e private, cme ad esempio GAM, Verona; VAF Stiftung, Francoforte; Villa Panza, Varese; GAM, Seregno; Collezione Unicredit, Milano; GASC, Milano e l’esposizione è ovunque, nei musei internazionali più famosi, come Museum of Modern Art, Mosca; ZKM, Karlsruhe; Urban Center, Shanghai; Etagi Project, San Pietroburgo; Centro Pecci, Prato; Farnesina, Roma; MART, Rovereto, MARCA, Catanzaro, Galleria Civica Trento. Collabora con quattro delle gallerie d’arti più importanti in Italia, Gagliardi e Domke a Torino e Nuova Galleria Morrone a Milano, E3 Arte Contemporanea a Brescia e Paolo Maria Deanesi Gallery in Trento.

Il paesaggio è uno dei protagonisti principali nelle opere di Coltro, infatti nella personale ricerca artistica ha assunto un ruolo sia come protagonista che come sfondo d’ambientazione.

La storia dell’arte ha sempre appassionato il nostro autore, tanto che è possibile l’evoluzione nei suoi quadri; la prima ricerca dello spazio la si legge nella prospettiva dei suoi quadri, e tale ispirazione proviene da Brunelleschi, facendo quindi riferimento all’epoca del primo Rinascimento; successivamente compare la resa atmosferica appartenente agli studi del Cinquecento e invece l’impressionismo si legge nella rappresentazione di ogni minima e singola vibrazione della luce su ogni oggetto rappresentato.

Il colore, come abbiamo visto in diversi articoli riguardanti il mondo dell’arte nella nostra sezione Hobby e Tempo Libero, è il mezzo d’energia dei quadri che rappresentato paesaggi e natura, e per poter dargli vita vengono usate tecniche come la tecno pittura, cioè un colore che per sua natura è dotato di luminescenza e fluorescenza; l’impressione sarà quella di osservare un quadro elettronico.

Tra le più importanti e conosciute opere, citiamo Landscapes, Censimenti Viventi, misteri e Nature morte che è possibile vedere su https://www.artsail.art/

Landscapes è una raccolta, una serie di icone rappresentate soprattutto facendo uso del giallo ocra e disegni, figure sul nero spento; esempi sono alberi senza foglie che spuntano da una valle d’acqua, completamente abbandonati a loro stessi, oppure paesaggi che mostrano montagne in lontananza avvolte da una folta nebbia, triste e molto fredda.

I censimenti viventi sono rappresentazioni di volti; uomini, donne bambini, anziani rappresentati sorridenti, tristi, di profilo o che guardano verso l’ooservatore. Per rappresentare la natura morta fa affidamento alla sua arte per dar vita a vasi che contengono fiori, solitamente gialli, attorniati da piccoli dettagli, come tovaglie, libri o tazze di tè rappresentate come se fossero in movimento.

L’opera Misteri invece rapprenta sagome di persone ch ecamminano, circondati da tanto nero, e ognuno di loro ha qualche dettaglio che lo distingue dall’altro.

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