Il gruppo RE100 e l’obiettivo dell’energia green 100%
Kering, Chanel, Ralph Lauren, H&M sono tutti marchi uniti non solo dal fatto di appartenere tutti al mondo della moda ma anche per il fatto di aderire a RE100, una iniziativa che raggruppa moltissime aziende coinvolgendole nell’ambito degli investimenti sulle energie da fonti rinnovabili.
Per nomi così importanti investire in energie rinnovabili potrebbe sembrare semplice, quasi uno scherzo, basta tirar fuori qualche milione di Euro e si modernizzano tutti gli impianti, ma di fatto non è veramente così facile.
Questo perché il problema reale è che marchi così grandi hanno una catena produttiva che raggiunge una filiera molto profonda, e riuscire a raggiungere l’obiettivo di avere il 100% di elettricità green entro il 2050 è una marcia lunga e difficile.
Infatti molti fornitori terzi non hanno la possibilità di accedere ad incentivi per passare a fonti di energia rinnovabile, e decidere di investire somme di denaro cospicue senza avere la certezza di appalti a lungo termine non è per loro una idea percorribile.
Tra le fonti di energia rinnovabile accettate dal gruppo RE100 vi sono l’energia eolica, il solare fotovoltaico, l’energia idroelettrica, l’uso di convertitori a biogas e biomasse, ed anche lo sfrutamento dell’energia geotermica.
Sostenibilità, utile per l’ambiente, favorisce gli affari.
Alla base di tutto questo movimento a favore della sostenibilità ambientale c’è sicuramente un nuovo sentimento verde che vede la lotta al cambiamento climatico come perno fondamentale per il futuro delle prossime generazioni, ma è anche vero che promuovere le fonti di energia rinnovabile è sicuramente vantaggioso anche sotto altri punti di vista.
Il primo è che un brand che fa economia green è sicuramente ben visto dai consumatori, i quali sono più portati a spendere per marchi ecologici piuttosto che altri, mentre il secondo motivo è che a lungo andare la convenienza è anche prettamente economica dal punto di vista energetico.
Infatti molte aziende passano o si convertono alle fonti rinnovabili grazie ad incentivi e rimborsi, per poi trovarsi a produrre parte (e magari in futuro anche tutta) dell’energia consumata direttamente in casa. Ikea ad esempio ha installato sui tetti di molti store oltre 700.000 pannelli solari, e si avvale anche di turbine eoliche per la produzione in proprio di energia elettrica.
Tutto questo, per non cadere nella trappola controproducente di quello che viene chiamato green washing, letteralmente “lavatrice verde”, subisce controlli rigorosi da parte della stessa associazione RE100, la quale verifica annualmente i progressi ottenuti su dati a base trimestrale per ogni azienda coinvolta nel progetto.
Energia rinnovabile, lusso e design
Probabilmente ad incentivare ancor di più l’uso delle rinnovabili potrebbe essere quello di installare nelle sedi istituzionali e rappresentative delle grandi aziende degli impianti che siano anche esteticamente ad alto impatto visivo, per richiamare l’attenzione sull’impegno del brand in campo di energia sostenibile.
È il caso ad esempio degli impianti di micro eolico verticale prodotti da Enessere, azienda che mette la proporzione aurea, l’armonia delle forme, i colori, e l’integrazione con l’ambiente come principali pilastri nella progettazione delle loro turbine micro eoliche.
La struttura delle vele è realizzata in fibra di carbonio, e nella versione natural sono anche rivestite in legno di Paulonia, pianta anch’essa simbolo di sostenibilità ambientale. Leggerezza estetica, forme armoniose, energia rinnovabile, tutto secondo i concetti della nuova green economy, con queste pale eoliche verticale a simboleggiare e testimoniare il concetto di sostenibilità ambientale.
D’altronde non è solo il settore della moda a provare ad unire il concetto di lusso con quello di sostenibilità ambientale, ma anche altri settori come ad esempio l’architettura moderna.
Esistono infatti progetti di città smart, grattacieli green, soluzioni costruttive in bio-edilizia, case ecologiche in legno, e molti altri progetti futuristici a zero impatto ambientale, alimentati da energie rinnovabili e quindi autosufficienti.
L’importante è che ognuno faccia la sua parte, chi più chi meno sempre in base alle possibilità di investimento, ma ricordiamo che produrre energia in maniera sostenibile significa aiutare l’ambiente che ci ospita.