In tempi di pandemia, è cresciuta del 10% la percentuale di italiani interessati tanto alla qualità quanto alla provenienza dei prodotti alimentari. È un dato emerso a luglio 2020 dall‘indagine condotta dall’istituto Demopolis per Citynews nell’ambito del progetto AgriFoodToday Multimedia, co-finanziato dall’UE.
Si tende ad essere più informati e attenti alla sicurezza, qualità dei cibi ed alla provenienza geografica, ad optare per prodotti selezionati, portafoglio permettendo. Quali sono le scelte alimentari degli italiani? Nel nostro focus, intendiamo rispondere a questa domanda.
Le scelte dipendono dai livelli di conoscenza sul tema della qualità e della sicurezza alimentare.
Quali sono le scelte alimentari degli italiani? Due parole da spendere sulla provenienza
In termini di qualità e provenienza, oggi l’italiano si fida principalmente del made in Italy (81% degli intervistati da Demopolis). La sicurezza dei cibi consumati quotidianamente è strettamente legata anche alla protezione dell’ambiente: per il 58% degli italiani, l’agricoltura subisce gli effetti del cambiamento climatico.
Considerando la crescente attenzione per la sicurezza alimentare, c’è da dire che le scelte alimentari degli italiani devono essere supportate da una capacità oggettiva di analisi nel leggere il contenuto delle etichette senza farsi ‘distrarre’ dagli slogan pubblicitari, talvolta fuorvianti.
Quali sono gli aspetti maggiormente considerati dagli italiani nelle loro scelte alimentari?
Al primo posto, ritroviamo la provenienza, come abbiamo già accennato. Una delle motivazioni è data dal fatto che la medesima legislazione applicabile venga vista come una forma di tutela. Rispetto a prodotti che vengono da paesi lontani sconosciuti.
Ma basta la provenienza (made in Italy) per fare la scelta giusta? Acquistare prodotti locali o di IGT è importante, ma a cosa serve fidarsi della provenienza se sull’etichetta leggiamo Curry 100% Italia?
Si pensa che tutto ciò che sia made in Italy sia più sicuro, e che vi sia una garanzia di protezione da frodi. Attenzione: dietro al 100% made in Italy può celarsi una frode alimentare. Alcune aziende tentano di influenzare le tue scelte ma, in realtà, offrono prodotti non italiani. Come tutelarsi?
Normative obbligatorie a tutela dei consumatori: i fattori da considerare
Per tutelarsi dalle frodi alimentari, esistono una serie di normative obbligatorie per alimenti come pasta, salumi, latticini, ecc. e regolamenti obbligatori per le aziende manifatturiere di prodotti IGP (Indicazione Geografica Protetta). L’IGP è un marchio di origine attribuito dall’Unione Europea per attestare la provenienza, la qualità e la reputazione dell’organizzazione alimentare.
Esistono, poi, norme di sicurezza alimentare su base volontaria come lo standard ISO 22005 che garantiscono trasparenza lungo l’intera filiera. O standard per la sicurezza alimentare richiedenti il rispetto di stringenti requisiti per la sicurezza, qualità e legalità alimentare.
Esempio ne sono le certificazioni alimentari degli standard FSSC 2200, Brc ed Ifs. Riconosciute da GFSI, Global Food Safety Institute, organizzazione che comprende tutti gli attori facenti parti del palinsesto alimentare, che operano per un commercio di alimenti sicuri e rispettanti dei requisiti di qualità, sicurezza e legalità alimentare.
Scelte alimentari degli italiani: marca, rischi chimici, prezzo, qualità
Gli italiani puntano alla marca, al brand che influisce sulle scelte alimentari dei consumatori. Senza dubbio, i grandi gruppi agroalimentari hanno portato alla ricerca, allo studio dei processi produttivi, all’evoluzione nell’utilizzo di materiali e macchinari, tutti elementi essenziali sia per le grandi produzioni sia per le piccole aziende.
I consumatori sono sempre più attenti e preoccupati per i rischi chimici che impattano negativamente sugli alimenti (metalli, contaminanti, residui di sostanze fitosanitarie, ecc.). Perciò, si tende a scegliere prodotti biologici pensando di correre meno rischi, considerando che le aziende posseggano certificazioni bio mentre le produzioni classiche siano meno affidabili.
Bisogna distinguere: i consumatori più attenti scelgono aziende biologiche nella loro totalità, non realtà che ottengono certificazioni biologiche come mera opportunità commerciale e magari sono ubicate in aree inquinate.
Ovviamente, nella scelta alimentare non possono mancare elementi come il prezzo in base alle possibilità economiche e la qualità organolettica dei prodotti.
Al contrario, vengono presi sempre meno in considerazione i pericoli biologici, probabilmente perché risultano ormai diffusi ed efficaci i processi che eliminano e controllano questi rischi.
Consigli per una scelta alimentare consapevole
Scelta alimentare consapevole significa scelta informata e approfondita. È bene controllare le etichette, leggere le informazioni riportate sulle confezioni, i valori nutrizionali, verificare che tutti i dati siano reali.
Un’azienda che scrive di adottare rigidi protocolli di qualità dovrebbe dimostrarlo con la certificazione riferita a standard alimentari importanti come BRC. Riportata sul proprio sito web. A volte, chi scrive ‘protocolli rigidi’ magari non ha neanche un sistema di gestione della qualità come ISO 9001 o ISO 22000 (risultanti nella banca dati Accredia).
Consigliamo di non credere ciecamente a diciture come ‘eccellenza’ (non trovate eccellenze a prezzi troppo bassi) o ‘ricette tipiche’ (le materie prime da dove provengono?).
Bisogna pretendere la veridicità dei dati riportati nelle etichette, comprovata da una certificazione alimentare valida.
Quindi informarsi. E cercare riscontro soprattutto su quello che l’azienda produttrice voglia comunicare ai propri consumatori. Sul sito https://www.sistemieconsulenze.it/certificazioni-alimentari/ è possibile trovare tutte le informazioni che dovremmo ricercare sulle etichette e nei siti dei produttori. Per poter effettuare scelte consapevoli.