Più comunemente conosciuto come muffa bianca, il salnitro è uno dei principali inestetismi, se così possiamo definirlo, che interessa le case italiane, soprattutto quelle interessate da fenomeni di umidità da risalita. Compare sotto forma di polvere biancastra che, col tempo, si trasforma in una vera e propria lanugine che a sua volta finisce con l’intaccare le superfici e, persino, per scollare rivestimenti dalle pareti o dal piano di calpestio delle nostre abitazioni.
In poche parole, si tratta di un vero e proprio tormento per le massaie e per chiunque si trovi nelle condizioni di doverci fare i conti anche perché è inutile spazzarlo, rimuoverlo con scopa e paletta, aspirarlo, raschiarlo via… Per quanti sforzi possiate fare, tornerà sempre se non si individuano correttamente le cause e se non lo si affronta con i mezzi giusti. Ma quali sono questi mezzi e, primariamente, quali sono i fattori scatenanti del salnitro? Iniziamo da questi ultimi.
Possiamo individuare tre macrocategorie di fattori. Innanzitutto, i materiali di costruzione (quali ad esempio molte tipologie di tufo usate nelle abitazioni del sud Italia), in secondo luogo la zona di edificazione degli edifici (ad esempio in prossimità di canali o fonti di acqua affioranti) ed infine la stessa tipologia di pitture, arredamenti e coibentazioni utilizzata (cappotti eccessivamente spessi ed isolanti rispetto al clima esterno, assenza di fori di areazione e prese d’aria, tanto per fare degli esempio). Tutti questi elementi, che approfondiremo successivamente, possono causare la comparsa della deflagrante polvere bianca (non a caso veniva usata anche dai cinesi come esplosivo) sulle superfici delle pareti e tra le fughe del pavimento.
Ad un iniziale imbiancamento, il più delle volte estremamente localizzato, segue una graduale estensione della zona coinvolta con la formazione di grumi e batuffoli di salnitro di una certa corposità. La diffusione in zone nascoste (ad esempio sotto i rivestimenti in gress, ceramica o dietro le boiserie in legno) fa del salnitro un nemico subdolo, del quale ci si accorge troppo tardi, ovvero quando fa la propria comparsa fuori dai rivestimenti o li intacca irrimediabilmente. Conosciamo dunque in maniera più dettagliata questo nemico delle nostre case, cercando di focalizzarne le cause scatenanti e di individuare i principali rimedi ai quali possiamo fare ricorso per eliminare il salnitro dalle fughe dei pavimenti.
Il problema del salnitro dalle fughe
Molto spesso si tende ad associare le efflorescenze saline alle sole pareti delle nostre case. Niente di più sbagliato. Prima che alle pareti, infatti, il nostro sguardo deve rivolgersi al pavimento. Il problema infatti viene dal basso e la presenza di salnitro nelle fughe di piastrelle e marmi deve rappresentare il primo campanello di allarme per correre ai ripari.
Sono soprattutto le “zone umide” dell’abitazione, come bagno e cucina, a dover essere oggetto della nostra attenzione, ma non bisogna tralasciare anche le stanze con affaccio esterno, in primo luogo gli ingressi.
È da porte e finestre esterne che la nostra casa respira; sono loro i principali regolatori del ricambio di aria, calore e umidità dei nostri appartamenti. Dunque massima allerta e nel caso di comparsa dei primi segni di salnitro nelle fughe dei pavimenti o alla base delle pareti bisogna agire con rapidità per evitare che la risalita umida intacchi le pareti costringendoci dunque ad interventi lunghi, costosi e spesso tardivi. Batuffoli bianchi o spolverate candide sono i primi segni inequivocabili del salnitro.
Le cause
Causa fondamentale della muffa bianca è, come visto, l’umidità di risalita che porta con se i sali di potassio (anche conosciuti come “lanetta bianca“).
Parlare di umidità tuttavia vuol dire affrontare un discorso estremamente generico e dalle molteplici cause alle quali, necessariamente, dovranno corrispondere diverse contromisure. Nel caso in cui l’umidità sia dovuta ad esempio ai materiali di costruzione (il tufo in particolare o altre pietre porose spesso naturalmente cariche di acqua) il salnitro tenderà a concentrarsi sulle pareti e quindi la sua comparsa si manifesterà con un mutamento di colore delle superfici, un sollevamento dell’intonaco o, nel caso di pareti piastrellate, con efflorescenze nelle fughe che possono arrivare ad un vero e proprio scollamento del rivestimento.
Se l’umidità è invece dovuta alla conformazione idrogeologica dell’area in cui sorge l’abitazione o a scelte edilizie errate, come l’eccesso di coibentazione o infissi che impediscono la fisiologica areazione dei locali, le efflorescenze tenderanno a partire dal basso, ovvero dalla pavimentazione.
Non bisogna quindi sottovalutare qualsiasi scelta di carattere edilizio o nello stesso arredamento delle nostre case: ad esempio, isolare una porta blindata può rappresentare una scelta controproducente in quanto si preclude l’ingresso di aria dall’esterno e quindi si compromette un necessario flusso di ossigeno utile ad impedire la stagnazione di vapori e, dunque, di umidità.
Anche rivestire eccessivamente le pareti con materiale non traspirante o abusare col ricorso al riscaldamento senza prevedere fori di areazione per il ricambio d’aria possono rappresentare fattori utili all’insorgenza del salnitro.
Questi sono solo alcuni dei molteplici esempi che possiamo fare. In ogni caso, di fronte alla comparsa della famigerata muffa bianca, sarà necessario effettuare un’attenta diagnosi delle cause e dei fattori per poter poi individuare le soluzioni più idonee.
Come eliminare le efflorescenze saline?
Mettiamo da parte gli interventi più invasivi, come la rimozione di cappotti e coibentature, o vere e proprie modifiche strutturali degli ambienti interessati: si tratta di soluzioni estreme da porre in essere solo di fronte a fenomeni estremamente estesi e che abbiano strutturalmente intaccato le superfici.
Come abbiamo visto nel nostro articolo su come rimuovere il salnitro dai muri, in questi casi possiamo fare ben poco in maniera autonoma; sarà meglio infatti rivolgersi ed affidarsi in tempi brevi a dei buoni tecnici e soprattutto a delle ditte specializzate che, analizzato il problema, proporranno le soluzioni più adeguate (a prezzi non sempre irrisori, è il caso di ammetterlo). Di fronte a fenomeni meno importanti, tuttavia, qualcosa possiamo farla anche da soli.
Nel caso in cui la muffa bianca appaia all’improvviso, dovremmo osservare i nostri ambienti e fare mente locale su eventuali modifiche apportate ad esempio nell’arredamento o negli infissi. Se infatti il salnitro si presenta di punto in bianco è difficile che possa essere ricondotto ai materiali di costruzione o alla collocazione fisica della casa: sarà dunque necessario individuare eventuali cambiamenti sopravvenuti, cercando di ripristinare un’ideale aereazione dei locali, evitando ristagni di aria e di vapore oppure il contatto tra le superfici e aree umide (una nuova pianta, una stufa non bene isolata, etc). Cosa ci resta da fare se, nonostante i nostri sforzi, la lanetta bianca continua a comparire sotto i nostri piedi o alla base delle nostre pareti?
Bisogna ricorrere alla chimica. In linea generale la comparsa del salnitro a partire dalle fughe del nostro pavimento può essere fronteggiata con prodotti facilmente reperibili in commercio. Non mancano i rimedi domestici, ma la loro efficacia non sempre è reale né tantomeno duratura.
È più consigliabile, quindi, recarsi in una ferramenta, scegliere lo scaffale espositore dedicato ai prodotti antimuffa ed antisale e optare per il prodotto più adatto al nostro problema. La scelta è sconfinata. Per lo più si tratta di ritrovati, a vario di marchio, con una composizione a base di ammoniaca, acido muriatico e altre sostanze chimiche in grado di inibire la formazione del sale di potassio.
Il loro effetto fondamentale consiste quindi nel bloccare l’accumulo di efflorescenze bianche impedendo loro di rigenerarsi. L’applicazione di questi prodotti, raramente spray, il più delle volte in soluzione liquida, è estremamente semplice. È infatti sufficiente pulire bene la superficie interessata rimuovendo le tracce esterne del salnitro, applicare il prodotto con un pennello capace di penetrare nelle fughe e lasciarlo agire (in genere dalle 8 alle 12 ore).
Data la composizione acida è inoltre importante, da un lato applicare l’antisale in un locale arieggiato e non totalmente chiuso, dall’altro ricorrere all’uso di guanti, mascherine ed occhiali protettivi per evitare fenomeni di irritazione, ustione o intossicazione. Non ci spaventiamo tuttavia: si tratta di ordinarie precauzioni, nulla di più.
In sintesi per evitare la spiacevole comparsa di muffe bianche e i loro deleteri effetti, è sufficiente osservare la nostra casa, darle “il giusto respiro” ovvero garantirle il necessario ricambio d’aria e di luce necessari per evitare la creazione di zone umide, ed infine agire con un buon prodotto antisale nel caso in cui le nostre accortezze non siano state sufficienti per mettere le superfici dei pavimenti e delle pareti al riparo dal temibile salnitro.