Coronavirus e il settore dell’auto

L’epidemia di Coronavirus che ha colpito la Cina in queste settimane, ha il suo epicentro a Wuhan, città dove si concentrano gran parte delle strutture produttive del settore automobilistico cinese, tra centri di sviluppo e fabbriche vere e proprie. Le ripercussioni sull’economia mondiale saranno pesantissime, nonostante le misure cautelative messe in atto dalle varie aziende per tutelare la salute dei propri lavoratori.

A causa della quarantena di intere città la produzione rimane ferma in molte province cinesi e in particolare nella provincia di Hubei, dove si trova Wuhan: le attività produttive riprenderanno (si spera) il più presto possibile.

Andiamo a vedere cosa comporta tutto questo in compagnia di un esperto del settore auto Matteo Grignani dell’omonima concessionaria auto a Pavia e Vigevano.

Le conseguenze del Coronavirus sulla produzione

Con il diffondersi dell’epidemia di Coronavirus in Cina molte case produttrici europee, come il gruppo PSA, hanno deciso di evacuare i dipendenti europei dall’area del contagio e di trasferirli, insieme alle loro famiglie, nei paesi di origine.

Altre aziende hanno vietato i viaggi di lavoro da e per la Cina al fine di non esporre i propri dipendenti a ulteriori ed evitabili rischi di contagio.

L’intera situazione sta provocando un forte dissesto del mercato automobilistico mondiale che, a causa degli inevitabili rallentamenti nella produzione di componentistica cinese, dovrà far fronte a un grave ritardo della produzione con conseguenti perdite economiche.

Bosh, Valeo e Magneti Marelli sono le aziende che attualmente si giovano delle favorevoli condizioni economiche della produzione di componentistica in Cina, quindi sono tra quelle che più di altre subiranno il contraccolpo economico nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda la situazione delle aziende cinesi, la produzione dell’enorme azienda Dongfeng Motor è concentrata in massima parte a Wuhan. Da specificare che Dongfeng Motor produce automobili per Renault, Honda, General Motors, Renault e per la stessa PSA Group.

Gli effetti del Coronavirus sugli investimenti

L’epidemia cinese e le sue gravi conseguenze sulla produzione di veicoli e componenti per il mercato automobilistico mondiale ha messo in evidenza gli enormi rischi per gli investimenti profusi nel mercato cinese e nel territorio da parte delle aziende produttrici.

Attualmente sarebbe impossibile spostare la produzione dal suolo cinese, dal momento che la collaborazione con le maestranze della Repubblica Popolare è ormai troppo fitta e troppo radicata sul territorio per essere rapidamente ricollocata altrove.

L’enorme sforzo economico di ricollocazione, o almeno la corsa ai ripari prima che la situazione diventi economicamente insostenibile, potrebbe però rendersi necessario, aprendo scenari completamente imprevedibili per il prossimo futuro.

A pesare ulteriormente sulla prospettiva di spostare i comparti produttivi in altri paesi sono anche i progetti a medio e lungo termine di molte aziende: Volkswagen ha recentemente investito milioni di dollari per la produzione di auto elettriche ad Hefei, città a breve distanza da Wuhan; su un altro versante la Volkswagen intende anche introdurre in Cina il marchio SEAT, con la costruzione di un nuovo impianto produttivo a Shangai; BMW intende inoltre affidare alla Cina la costruzione del SUV elettrico iX3 ed è già pronta a investire per la costruzione di nuovi stabilimenti produttivi a Tiexi e Dadong.

Nel frattempo la crisi del mercato automobilistico, con il netto calo di vendite di nuove automobili, ha portato a un drastico abbassamento dei costi del petrolio: una conseguenza indiretta (ma di cruciale importanza) dell’epidemia di Coronavirus sull’equilibrio economico mondiale.

Leggi anche l’articolo: Tecarterapia: guarire rapidamente con il calore.

Previous post Piazza delle Erbe: storia e la Madonna Verona
Next post Jet lag: combatterlo con la giusta illuminazione